venerdì 30 ottobre 2009

In bianco e nero

Dopo un periodo di allenamento ed esplorazioni in alcune classi di prima su cosa è un "SEGNO", su quale forma può avere, quanto spesso si può tracciare, quanto casualmente si può disporre oppure no,  ci si è avventurati nella creazione di un paesaggio con fattoria o con baita.
Il colore che tanto piace ai ragazzi per ora non è stato utilizzato ma come potete vedere l'immagine è comunque capace di colpire.
Voi che ne dite?

Prof.sa Antonietti




Autori: alcuni allievi di classe prima

Trentadue anni di San Giuseppe

Trentadue anni di San Giuseppe
Da trentadue anni, tutti i giorni, varco il cancello di Via Volta e salgo quei 10 gradini!
Ricordo ancora la prima volta, era Novembre, mi venne incontro un distinto signore con i capelli grigi e gli occhiali da lettura abbassati sulla punta del naso che mi guardava come se volesse studiarmi.
Per chi l’ha conosciuto, si trattava del “mitico Voltan”, una persona straordinaria che subito mi affrontò con piglio deciso per chiedermi chi o cosa stessi cercando. Dopo aver spiegato che ero stata contattata per una supplenza, mi fece un sorriso e mi accompagnò nelle salette della portineria di Via Monti e Tognetti, dove allora c’erano la segreteria e lo studio del Rettore. Seppi più tardi che Voltan sorrise perché era stato lui stesso a fare la telefonata e fu proprio per questo motivo che in seguito prese l’abitudine di chiamarmi: la sua creatura.
Mentre lo seguivo lungo il porticato, sentivo chiaro e distinto quello che io chiamo il suono della scuola, un mix di voci che si percepiscono in modo lieve e ovattato, con qualche punta di maggiore intensità, determinata dalla voce di qualche insegnante, sostanzialmente un “suono vivo”. Dopo pochi minuti ero già  in classe e Voltan…………fuori dalla porta per capire se sarei stata in grado di mantenere un clima di lavoro adatto!!
Ripensandoci credo che questi trentadue anni siano stati possibili grazie a quei 10 minuti!
In questo modo è iniziata la mia avventura in Collegio. Conservo nel cuore e nella mente, ricordi di persone, situazioni ed eventi che hanno in qualche modo condizionato la mia esistenza.
I ricordi, soprattutto quando riguardano cose lontane, generalmente riaffiorano con un alone di positività, forse perché quando ricordiamo, epuriamo le nostre esperienze da tutto ciò che ci ha ferito o comunque fatto male, come se inconsapevolmente volessimo difenderci dal dolore e probabilmente è per questo che i miei ricordi del passato sono caratterizzati da sentimenti positivi.
Ricordo il Rettore, Don Achille, uomo intelligente, autorevole e con profonda passione educativa, che mi ha accompagnata e guidata nei primi anni, come si conduce un figlio, con affetto, saggezza e competenza, mai una parola di troppo, mai una parola in meno. Buona parte di ciò che sono oggi, quando mi trovo in classe, lo devo a lui.
Ricordo Voltan, uomo dal sapere incredibile, gli alunni potevano rivolgere a lui qualsiasi domanda e lui sapeva sempre trovare una risposta, ufficialmente credo fosse il segretario, in realtà ricopriva un ruolo molto più ampio.
Dietro la maschera di burbero si percepiva il grande amore per la conoscenza, per la scuola e perché no, anche per gli insegnanti, verso i quali aveva atteggiamenti che potevano apparire contraddittori perché poteva rivolgersi a me in modo brusco, ma dopo pochi minuti sfoderare un gran sorriso a dimostrazione dell’affetto che nutriva.
Gli ho voluto e gli voglio bene. Ricordo il preziosissimo aiuto di due donne meravigliose: la prof. Introzzi e la prof. Garbelli.
Dolce, materna, sempre sorridente e incoraggiante la prima; determinata, forte, decisa e capace di grande collaborazione la seconda. Molto diverse caratterialmente, ma entrambe animate dal desiderio di “dare”.
Potrei scrivere per giorni, ma forse è meglio lasciare che ognuno “senta” i propri ricordi e, se vorrà, condividerne alcuni con noi. Sono passati trentadue anni, ma la mattina, quando salgo quei 10 gradini sono ancora animata dallo stesso desiderio di conoscere, far conoscere e crescere.


Prof.sa Rusconi

giovedì 29 ottobre 2009

La talpa e la puzzola

Tra i testi narrativi la favola è il più semplice ed immediato. La prima A sta affrontando, in questo periodo, questo genere letterario ricco di insegnamenti e di buon senso. La talpa e la puzzola è una delle più riuscite tra quelle elaborate in una prova in classe: tra le altre spicca per l’idea dello scambio di ruoli tra i due protagonisti… Cosa succede quando si fa qualcosa per cui non si è tagliati? Bisogna disprezzare ciò che si è o accettarsi mettendo in risalto le proprie doti? La talpa e la puzzola forse ci danno la risposta…


Prof. Caria


LA TALPA E  LA PUZZOLA

C’era una volta una talpa che si lamentava di essere cieca.
Un giorno arrivò una puzzola che si lamentava per la sua natura e che incontrò la talpa.
All’inizio litigarono perché ognuno diceva di essere l’animale più sfortunato, ma a un certo punto la talpa disse: “Allora, visto che ognuno dice di essere l’animale più sfortunato, scambiamoci di posto”.
La puzzola rispose :”Accetto”.
Per qualche tempo stettero bene, ma un giorno la talpa fu catturata da dei cacciatori per il fatto che era cieca; invece la puzzola, mentre  scavava un tunnel, morì sepolta viva perché non sapeva scavare.
Da quel giorno tutte le talpe e le puzzole capirono che non dovevano disprezzare la loro natura ma andarne orgogliosi.    
     
Un allievo di prima 

Un'esperienza di volontariato

La mia carriera da volontaria inizia nel 2005. Il primo approccio è stato come assistente AVO (Associazione Volontari in Ospedale). Ero stata assegnata al reparto di medicina interna e svolgevo la mia attività in un orario non buono (17.00/19.00) in quanto i parenti in visita si sostituivano a me.
Decisi dopo qualche anno di cambiare e mi iscrissi ad un corso di formazione per l’assistenza ai bambini ospedalizzati (ABIO). Durante questo percorso mi ammalai di carcinoma mammario e dopo l’operazione capì che forse avrei potuto aiutare i piccoli malati tumorali. In questo periodo di sofferenza fisica e psicologica, ho capito quale travaglio debba essere per un  bimbo avvicinarsi ad una malattia tanto terribile, la leucemia, da ospedalizzarlo per mesi interi.
Non me la sentii di frequentare il reparto di ematologia pediatrica (chiamato la valle delle lacrime) perché non ero e non sono pronta psicologicamente ad affrontare un dolore tanto radicale e fisicamente devastante (radioterapia, chemioterapia, impianto di midollo, ecc). Decisi di frequentare “La casina” una vecchia casa ristrutturata dove vengono ospitati i bambini che devono subire il trapianto o le cure chemioterapiche. Sostanzialmente la mia attività prevede la lettura, il gioco, il disegno, il dialogo spesso con le mamme di questi piccolini.
Nella mia “presunzione” pensavo di poter dare qualcosa ma mi sono accorta che da questa esperienza si riesce più a ricevere. Molti bambini non ce la fanno e purtroppo capita che io non riesca a rivederli, ma altri dopo anche un anno di accoglienza, riescono a tornare a casa. Mi meraviglia spesso la semplicità e l’accettazione con la quale i piccoli affrontano questo calvario, e la forza straordinaria delle mamme così sole e così penalizzate. Molte di loro (straniere e non) lasciano a casa altri figli e non rivedono i loro cari per mesi interi visto i costi e le difficoltà economiche in cui versano.
Porto questa esperienza anche ai miei alunni, sia quando affronto in scienze il lavoro sul cuore e sul sangue, sia quando li vedo  particolarmente demotivati o insoddisfatti. So che quello che a loro spiego o racconto non può essere capito fino in fondo, ma è forte la speranza che riescano a percepire il valore della vita, di una esistenza che, se finalizzata solo alla soddisfazione dei propri bisogni, non potrà portare quelle gratificazioni che solo dedicando tempo ed energia agli altri si potranno ottenere.
So che il cammino è lungo ma io cerco di seminare per poter raccogliere qualcosa un “domani”. La  speranza è l’ultima a morire!!


Prof.sa Colombo

mercoledì 28 ottobre 2009

Sonorizzare un testo (parte prima)


E’ rivolto agli alunni della classe prima il progetto “sonorizzare un testo”, che prevede la realizzazione di un cd di testi raccontati e orchestrati dai ragazzi per l’occasione narratori, rumoristi e registi.


L’attività, ricca di aspetti didattici e educativi, prende spunto da una semplice riflessione: per imparare a scrivere occorre fermarsi, e ascoltare.
Ascoltare per riconoscere la ricchezza della realtà ma anche per saper trovare il nome delle cose, cercarlo, provarlo, e essere consapevoli della sua potenzialità comunicativa.
Da qui l’idea di accompagnare gli studenti nel dar vita alle parole, nello svelarne i suoni,  e quindi le suggestioni, ricreando gli elementi sonori espliciti e sottintesi in un racconto.


Il tutto attraverso la creazione di un cd da sottoporre alla severa giuria dei bambini della primaria, che voteranno il lavoro più efficace.

Prof.sa Sala

martedì 27 ottobre 2009

Perchè la danza nella scuola secondaria di I° grado?


Giovani, timidi, aggressivi, fragili, teneri, sicuri di sé…insegnare è come compiere un viaggio d’esplorazione nel cuore della preadolescenza !

Quotidianamente mi confronto con i miei allievi, sia come insegnante di danza che come insegnante di Lettere, spesso mi soffermo a osservarli e a riflettere. L’età che prepara all’adolescenza è delicata, fatta di profondi cambiamenti, non di rado diversa dall’immagine spensierata e gaia a cui noi adulti siamo affezionati. Le trasformazioni corporee sono così rapide, vistose e talmente variabili da soggetto a soggetto che non possono non  essere fortemente risonanti nella coscienza e nel comportamento dal momento che vengono vissute dai ragazzi-  ossia percepite e valutate - nei modi più differenti. A volte, la preoccupazione per il corpo che sta cambiando può trasformarsi nell’angoscia di assistere a modificazioni che lo rendono brutto.


Proprio per queste ragioni,  il tema dell’ espressione corporea è stato inserito nella mia programmazione didattica. Attraverso la danza, l’uso del corpo come mezzo per comunicare ed esprimersi diviene elemento centrale nello sviluppo della persona: favorisce la  sicurezza e l’autostima nel lavoro individuale e di gruppo e trasforma il movimento in una manifestazione sociale ed artistica oltre che individuale.
La danza è inoltre un possibile strumento formativo adeguato alla realizzazione di percorsi trasversali alle varie discipline espressive e cognitive della scuola e ponte di collegamento e di raccordo verticale tra i diversi cicli scolastici. Questa arte, infatti condivide obiettivi comuni a molte aree del sapere scolastico e può concorrere alla realizzazione di specifici percorsi formativi, pur mantenendo una propria autonoma  identità di linguaggio.

Il  laboratorio di danze popolari della tradizione europea proposto nel corso dello scorso anno scolastico ha  dunque avuto come finalità la condivisione di questi obiettivi. Durante  il laboratorio è stata infatti affrontata la tematica del proprio vissuto corporeo in relazione a quello degli altri, sperimentando come il corpo può essere uno strumento di comunicazione. Attraverso lavori di ricerca in gruppo è stato approfondito il contesto storico-geografico delle danze scelte (coinvolgendo quindi le materie di storia e geografia), così da comprendere come in esse si riconosca l’ identità collettiva di un popolo.
Questo lavoro di gruppo è stato poi espresso anche in forma di elaborato scritto ed è stato presentato allo spettacolo di fine anno.


Prof.sa Piazza

lunedì 26 ottobre 2009

MetaBlog

Anche se siamo solo all’inizio conviene sottolineare ulteriormente il significato e gli obiettivi che questo blog si prefigura. E’ nato con l’idea di creare un canale di comunicazione aggiuntivo tra famiglia e scuola e tra allievi e docenti/educatori  cercando contestualmente di rimanere in linea con gli strumenti che oggi la tecnologia può fornire e non ultimo mostrare come si possa parlare in modo costruttivo e positivo di scuola e dintorni.

Un modo per far arrivare dentro le famiglie una dimensione non solo quantitativa del lavoro scolastico (per quello c’è già il sito della scuola con le sue informazioni e comunicazioni) ma soprattutto qualitativa. Fornire cioè spunti di riflessione e di approfondimento per grandi e piccoli, sguardi in tempo reale su iniziative e progetti portati avanti dai docenti, dare continuità e visibilità agli stimoli e ai consigli che gli adulti di questa scuola cercano di dare a ragazzi e ragazze, dare visibilità a quegli allievi che spesso, a volte sorprendendo anche noi grandi, riescono a mostrare capacità e sensibilità decisamente pregievoli.

 Questo blog vuole essere un cantiere che cercherà di cambiare forma per trovare la sua giusta identità e fruibilità e su questo chiedo fortemente la collaborazione di tutti: genitori, docenti, allievi.
Pertanto chi di voi abbia idee o spunti da condividere scriva a questo indirizzo oohfly@gmail.com

Il Preside

venerdì 23 ottobre 2009

La tecnologia a scuola. Prima parte: la simulazione nell'apprendimento

E' un tema di sicuro interesse, non solo per gli addetti ai lavori ma anche per i suoi fruitori finali (gli allievi) in virtù del fascino che la tecnologia è in grado di esercitare quando riesce a facilitare la comprensione della natura e dei suoi fenomeni.

Innanzitutto cos'è la simulazione nell'apprendimento? Per simulazione possiamo intendere "una rappresentazione interattiva della realtà basata sulla costruzione di un modello, di un sistema del quale si vuole comprenderne il funzionamento". Bene, ora applichiamo questa definizione al lavoro di un docente quando si trova a dover spiegare ad una classe un determinato fenomeno o concetto e otterremo la simulazione nell'apprendimento.

Dopo anni in cui il cosidetto "E-Learning" sembrava dover stravolgere il mondo dell'apprendimento, si è capito che forse ci si era concentrati troppo sulla "E" (elettronico) e molto meno sul termine "Learning" (apprendimento). Per cui scoppiata la bolla della novità di questa nuova ipotetica frontiera, si è capito che occorreva ripensare il ruolo delle tecnologie non limitandolo solo al trattamento delle informazioni, ma bensì a quello dei concetti e dei relativi modelli mentali.

Le nuove tecnologie infatti permettono di raggiungere forme di interattività decisamente più evolute di quelle concesse dagli strumenti ipertestuali. Non si tratta semplicemente di "navigare" tra le informazioni e i concetti ma di poterci "metter mano" in una dimensione più laboratoriale e sperimentale capace, attraverso la risoluzione di problemi e l'interazione con le sue variabili, di ristrutturare e potenziare i modelli mentali.

I docenti della scuola media hanno cominciato a esplorare questo mondo della simulazione nell'apprendimento e già quest'anno qualche docente, con l'assistenza del Preside, si potrebbe cimentare nell'uso di queste tecnologie.
Chiaramente le discipline che meglio si prestano a questa metodologia e per le quali si possono trovare molti più sussidi sono quelle a carattere scientifico (scienze, matematica, tecnologia e via dicendo).
La lingua ufficiale di questa nuova frontiera è l'inglese e ciò è dovuto al fatto che i software simulativi provengono per lo più da università americane.
La maggiorparte dei software di simulazione si rivolgono per lo più ad argomenti che solitamente vengono affrontati nelle superiori ma anche per la secondaria di I° grado è possibile trovare qualcosa di interessante.

Per dar modo di capire e interagire con quanto detto fino ad ora lascio due interessanti link da scoprire.
1) www.explorelearning.com
(sito ricco di ambienti simulati divisi per disciplina e livello, tutto in lingua inglese. Richiede per essere utilizzato di una registrazione free e dell'installazione, se non lo avete già, del plug-in Adobe Shockwave)
2) www.demonstrations.wolfram.com
(sito ricco di ambienti e fenomeni simulati, tutti in lingua inglese. Richiede di scaricare il software free Mathematica 7+ oppure mathematica Player)
Buon divertimento!!

Il Preside

giovedì 22 ottobre 2009

Il cortometraggio


Il collegio docenti riunitosi in data 13 Ottobre ha approvato il progetto sul cortometraggio che era stato presentato dal Preside durante la programmazione di inizio Settembre. Questo significa che ora si può avviare il secondo step che consiste nel tentativo di recuperare le costose attrezzature semiprofessionali per la realizzazione del medesimo (nella fattispecie una videocamera da spalla con tanto di cavalletto, un paio di radio microfoni a clips, il software per il montaggio video).

Nel caso in cui si riuscisse in questo intento e soprattutto rispettando determinate tempistiche,  il progetto continuerebbe poi con la realizzazione di cortometraggi che verranno automaticamente inseriti in un concorso interno che si concluderà al termine dell’anno scolastico. Secondo criteri che verranno poi definiti una giuria premierà i migliori corti e le relative troupe avranno come riconoscimento la possibilità di vedere dal vivo la produzione di qualche fiction professionale.

Mentre i docenti che aderiranno al progetto potranno concentrarsi sulla conoscenza e l’esplorazione del linguaggio delle immagini, sulla stesura di una sceneggiatura, sul piano di produzione di un cortometraggio e via dicendo, tutta la parte relativa invece alle riprese video e al montaggio finale verrà gestita direttamente dal Preside utilizzando gli spazi non curricolari dell’orario scolastico, al fine preservare le ore di lezione.

Il Preside

mercoledì 21 ottobre 2009

Roberto Denti: chi è costui?


Gli insegnanti di Lettere in vista della Fiera del Libro del Collegio (che si terrà nel mese di Dicembre), hanno deciso di contattare anche quest'anno uno scrittore di fama. La scelta è caduta su Roberto Denti (così ne parla wikipedia), titolare della Libreria dei Ragazzi di Milano. Dello scrittore verranno proposte alcune letture al fine di rendere ancora più interessante l'incontro con l'autore. Roberto Denti quindi verrà nella nostra scuola il 17 e il 18 di Dicembre. Segnalo inoltre che una succursale de La Libreria dei Ragazzi verrà inaugurata nella città di Monza (Via Padre Giuliani, 10) proprio in questi giorni (per la precisione Giovedì 22 ottobre alle ore 18.00).

Il Preside

martedì 20 ottobre 2009

Leggere insieme: un viaggio da fare in due (…o di più)


Ci sono tanti modi di vivere un libro: il suo odore, i colori e le immagini, il mondo segreto delle lettere e delle parole, la solitudine di una pila e di una camera buia.
Ma la magia di un libro può stare anche nella condivisione di affetto e di scoperte; quando a scuola rivolgo ai ragazzi la domanda “cosa vi piace di quel libro” si emozionano al ricordo di averlo raccontato al papà o di averlo letto per o con qualcuno (spesso fratelli o nonni).
Anche per noi adulti leggere ascoltando e riflettendo con un compagno, grande o piccolo che sia, può risultare un viaggio intrigante.
Leggere insieme è una pratica che rileghiamo a volte al rapporto asimmetrico adulto-bambino, ma perché non invertire, confondere e mischiare i ruoli; perché non giocare e imparare insieme?


Per cominciare, suggerirei un testo che può incuriosire  i più piccoli e far riflettere i grandi. E’di Marco Aime, antropologo, “Una bella differenza”, Einaudi.

Prof.sa Sala

La grande scelta


Come tutti gli anni per molti allievi della nostra scuola e per le loro famiglie è giunto il momento della scelta della scuola superiore. Oltre al percorso di orientamento già in atto presso il Collegio, suggerisco a tutti gli interessati di consultare il sito del CISEM (Centro per l'Innovazione e Sperimentazione Educativa Milano) che fornisce, quest'anno in versione online aggiornata, il panorama di tutte le scuole secondarie di II° grado della Provincia di Milano. Si tratta di fatto del volumetto denominato ITER ora in versione elettronica.

E' una lettura molto interessante e ricca di dettagli (tra cui i quadri orari di tutte le scuole del territorio scaricabili in formato pdf) che sarà sicuramente di aiuto per realizzare scelte consapevoli e ponderate.
Un supporto per docenti, allievi, genitori.
Buona lettura!

Il Preside

lunedì 19 ottobre 2009

UP: il nuovo video della Pixar che ha sbancato i botteghini americani

Un film di animazione che ha come protagonista un ultrasettantenne. Un nuovo capolavoro della Pixar che per l'occasione ingaggia Robert Zemeckis (la saga di Ritorno al Futuro, Contact, Forrest Gump) che non sbaglia il colpo. Un film che arriva dritto al cuore facendo sorridere.
Alcuni link utili
-sito Disney con trailer
-recensione di Mereghetti sul Corriere della Sera
-Robert Zemeckis, biografia

Prof.sa Sala

Preadolescenti, che fatica!

E' il tema di un ragazzo di terza, che forse meglio di altri ha saputo dipingere la fatica di crescere. Un testo che merita una lettura. Consigliato ai genitori!


Prof.sa Sala


Titolo: 
QUALI SONO I PRINCIPALI CAMBIAMENTI CHE STAI VIVENDO? 
QUALI DIMENSIONI TI SEMBRA DI AVERE IN QUESTO MOMENTO, TI SENTI "PICCOLO" O "GRANDE" ?


Caro diario, è ormai un po' di tempo che non ti scrivo...... Ma oggi sono proprio deciso..... ti parlerò di me. Già, hai capito bene. Non ti racconterò di quanto mi sono divertito a fare quello o quell'altro, non ti parlerò del più o del meno, non starò a discutere con te, come si dice gergalmente, sul sesso degl'angeli: ti parlerò di me, di quello che credo di essere e di chi vorrei essere. Insomma ti aspetta una mattinata moooolto impegnativa!!!!! Penso, anzi sono convinto, che la mia vita stia cambiando radicalmente: insomma, guardami!!!
Non sono più la stessa persona. Il mio fisico ogni giorno è diverso, tant' è  che quando mi vesto sembra sempre che stia usando degli abiti imprestati: o sono enormi o sono piccoli- piccoli. Per non parlare di quella sottospecie di barbetta che mi ritrovo sul mento, ogni giorno un po' più cresciuta, ma sempre abbastanza ridicola. Anche se, in realtà, sono io che vivo la sua presenza in maniera alquanto comica.
Una volta la guardo compiaciuto dicendomi che quella scarseggiante peluria, che si è impossessata del mio mento, mi dà un'aria alquanto matura e mi fa anche apparire un "philosophes" sbucato fuori da Palais Royal; altre mattine, invece, mi faccio venire la colite dalla disperazione. Il mio cervello pensa che quel, come lo chiamo in queste situazioni, arrogante ciuffetto, appartenga al capitolo biblico dell'Apocalisse. Ma il mio fisico è niente se penso che questi sbalzi li ho anche nella vita quotidiana. Sono arrivato a definirmi LO SBRONZO PERENNE.
Difatti, come ogni ubriaco che si rispetti, passo da momenti di estrema allegria a momenti in cui, se avessi un coltello fra le mani non so che fine farei. Per fortuna, quando mangio sono sempre rilassanto e allegro.... Per non parlare di quanto cambi idea nell'ambito dell'autonomia. Passo da giornate in  cui vorrei vivere lontano dai miei genitori anni luce, a momenti in cui desidererei, con tutta l'anima, tornare nella pancia di mia mamma  a galleggiare nel meraviglioso liquido amniotico. Questa mia situazione è peggiorata dal fatto che non sono niente: non sono "piccolo" e non sono"grande". Sinceramente questo mi fa "schifo". Sai, credo che tu lo possa capire bene. Insomma, parliamoci chiaro: tu non sei nè un libro nè un quaderno, sei un ibrido, una via di mezzo. Odio questa mia posizione, anche perchè credo che la mia "ubriacatura" dipenda da lei. Sì !Sì !! Ne sono sicuro!!! Se io fossi qualcosa non sarei così autocontraddittorio. Se vuoi capire meglio la mia situazione, vai avanti ad ascoltare quello che sto per scrivere.
Difatti, sono sicuro che quando sarò finalmente qualcosa, mi mancherà tutto questo. Mi mancheranno i vestiti "imprestati", rimpiangerò la mia "ubriacatura", mi dispererò del fatto che non potrò più tornare nel liquido amniotico di mia madre...
Insomma, mi mancherà essere un adolescente......

venerdì 16 ottobre 2009

Apertura del blog

Uno spazio per tutti coloro che appartengono al piccolo universo della scuola media del Collegio Villoresi San Giuseppe di Monza. Per farne parte basta aver voglia di raccontare o raccontarsi, di riflettere o far riflettere. Un blog moderato da alcuni docenti del Collegio per garantire anche online il rispetto del giusto stile nel porsi.
Buon blog a tutti!

Il Preside