mercoledì 23 dicembre 2009

Auguri


La redazione del Blog augura un  felice Natale e buone Feste a tutti e vi aspetta nel 2010 con interessanti novità!



martedì 22 dicembre 2009

Natali vecchi, natali nuovi


Arriva l’inverno, con le sue giornate buie e fredde, mitigate solo dal calore delle feste in famiglia e con gli amici. Tempo di affetti, di intimità, ma anche di pause, stupore e speranza davanti al mistero della Natività, e sguardi verso scenari di incanto.
Auguro a tutti Buon Natale e Felice 2010, e per farlo prendo in prestito le parole di Mario Rigoni Stern: un grande scrittore italiano innamorato della semplicità e della montagna. In questa pagina una sua passeggiata sugli sci di fondo si trasforma in un canto di meraviglia e pace interiore nate davanti alla bellezza di un bosco montano.


Prof.ssa Ferrario

...Già, perchè nei giorni delle feste malinconiche dell'inverno - che tristezza i turisti che fanno la coda per lungo tempo dietro gli impianti di risalita a ridosso di giganteschi posteggi d'auto! - sono solito andare da solo per luoghi dove sono stimolato a ricordare e pensare volti oltre la realtà attuale.
È affascinante il silenzio con il sole sul bosco dove solamente qualche solitaria cincia parla con gli abeti, è dolcissimo scivolare sui cristalli della neve con i legni bene sciolinati, e il respirare libero fino in fondo ai polmoni, e i muscoli delle gambe e delle braccia alternarsi nel ritmo del passo concordemente con il respiro: è il battito della vita che senti pulsare. In questo stato felice il pensiero va oltre il tuo corpo, e ritrova un infinito  dove le realtà del presente è sostituita da una rêverie dolcissima. Natale laico, questo?
I segni della presenza di un urogallo sotto un secolare abete bianco, la traccia di un capriolo sulla neve immacolata di un sentiero, il muoversi di un ramo cagionato da uno scoiattolo non imprigionano la tua curiosa sensibilità, ma ti fanno sentire con “loro”: animali, alberi, cielo, sole nel kòsmos. E vai leggero con gli sci sui cristalli di luce.


(Mario Rigoni Stern, 1921 - 2008)

mercoledì 16 dicembre 2009

Da che parte?

Alcuni lavori di ragazzi di prima alle prese con il simbolo della freccia e giochi di cromie.

Prof.sa Antonietti
   

martedì 15 dicembre 2009

Santo Natale


Vi propongo alcune righe sul Santo Natale, forse poco convenzionali, ma che mi hanno offerto spunti di profonda riflessione, un sorriso
Prof.sa Rusconi Lucia  


“Natale è l’ultima festa che costringe ai conti. Non quelli degli acquisti a strascico, fino a espiare la tredicesima, fino a indebitarsi. Altri conti e con deficit maggiori si presentano puntuali e insolvibili. I solitari scontano l’esclusione dalle tavole e si danno alla fuga di un viaggio se possono permetterselo, o si danno al più rischioso orgoglio d’infischiarsene.
Ma la celebrazione non dà tregua: vetrine, addobbi, la persecuzione della pubblicità da novembre a febbraio preme a gomitate nelle costole degli sparpagliati. 
Natale è un atto d’accusa. Perfino Capodanno è meno perentorio, con la sua liturgia di accatastati intorno a un orologio con il bicchiere in mano. Natale incalza a fondo i disertori.

Ma è giorno di nascita di chi? Del suo contrario, spedito a dire e a lasciare detto, a chi per ascoltarlo si azzittiva. Dovrebbe essere festa del silenzio, di chi tende l’orecchio e scruta con speranza dentro il buio. Converge non sopra i palazzi e i centri commerciali, ma sopra una baracca, la cometa. Porta la buona notizia che rallegra i modesti e angoscia i re.

La notizia si è fatta largo dentro il corpo di una ragazza di Israele, incinta fuorilegge, partoriente dove non c’è tetto, salvata dal mistero d’amore del marito che l’ha difesa, gravida non di lui. Niente di questa festa deve lusingare i benpensanti. Meglio dimenticare le circostanze e tenersi l’occasione commerciale. Non è di buon esempio la sacra famiglia: scandalo il figlio della vergine, presto saranno in fuga, latitanti per le forze dell’ordine di allora.
Lì dentro la baracca, che oggi sgombererebbero le ruspe, lontano dalla casa e dai parenti di Nazareth, si annuncia festa per chi non ha un uovo da sbattere in due. Per chi è finito solo, per il viandante, per la svestita sul viale d’inverno, per chi è stato messo alla porta e licenziato, per chi non ha di che pagarsi il tetto, per i malcapitati è proclamata festa. Natale con i tuoi: buon per te se ne hai. Ma non è vero che si celebra l’agio familiare. 
Natale è lo sbaraglio di un cucciolo di redentore privo pure di una coperta. Chi è in affanno, steso in una corsia, dietro un filo spinato, chi è sparigliato, sia stanotte lieto. E’ di lui, del suo ingombro, che si celebra l’avvento.”

Erri De Luca

lunedì 14 dicembre 2009

Villovagando in versione cartacea


Cogliendo l'occasione dei mercatini natalizi e della Fiera del Libro nasce oggi "Il Villovagando", periodico mensile che ci accompagnerà fino al termine dell'anno scolastico.

Non si tratta tanto di una mera copia cartacea del blog, quanto di un mensile vero e proprio che non solo potrà di volta in volta riprendere temi affrontati online ma proporrà autonomamente rubriche, recensioni, approfondimenti, articoli, comics, passatempi e quant'altro.

La redazione de "Il Villovagando" è composta da allievi, per ora solamente delle classi terze e qualche docente.

Invito col cuore i genitori e in generale tutti coloro che seguono questo di blog di sostenere questa iniziativa acquistando i numeri mensili di volta in volta.

Il Preside

domenica 13 dicembre 2009

AVVENTO: attesa per la venuta di Qualcuno o di qualcosa?



E’ cominciato da due o più settimane l’Avvento, ma forse nessuno o pochi se ne sono accorti.
L’ Avvento è un periodo di attesa per una venuta, quella di Gesù Cristo, ma di Lui sembra si siano perse le tracce. Guardando la TV, si vede gente che entra ed esce dai negozi con borse stracariche di regali, indaffarata ad individuare i doni più originali ed interessanti da far pervenire ad amici, parenti e conoscenti, nella speranza di essere ricambiati  in meglio. Nei discorsi prevale il tema di dove trascorrere le prossime vacanze natalizie.
E Gesù Cristo? Sembra che c’entri poco con il Natale, nonostante sia Lui il vero e unico motivo di questa festa. A Natale Gesù è il festeggiato. Il rischio è di lasciarlo nell’ angolo di un vago ricordo. Da più di duemila anni, ad ogni Natale, ci scambiamo gli auguri, ma sono gli auguri che nasca la speranza, la vita, l’amore, che Dio nasca nella grotta della nostra povertà?
Quante luci riempiono le vie e le vetrine in questo periodo! Ma sappiamo che la Luce è Gesù Cristo? Se interiormente restiamo al buio, a che serve addobbare la notte con variopinte luminarie? Noi cristiani mandiamo luce con la nostra vita?  Le nostre famiglie, il Collegio rassomigliano veramente a Betlemme? Si vede la stella cometa nei nostri occhi pieni di bontà?  Dalle case e dai luoghi di divertimento in questi giorni escono musiche che vorrebbero essere invito alla gioia. Ma di quale gioia? Spesso scambiamo il piacere con la gioia, che è il fremito dell’anima che giunge a Betlemme e vede Dio  e resta affascinata e coinvolta nella festa dell’amore puro. Sarà questa la nostra gioia? Sarà questo il nostro Natale?
Per viverlo così, ti invito a dedicare qualche minuto ai filmati annessi (filmato1 e filmato2).
E Buona Natale con la testa e il cuore



Don Romano

giovedì 10 dicembre 2009

Don Abbondio


Questa è una delle esercitazioni decisamente più riuscite su un lavoro che prevedeva di "giocare" su alcune testi classici, nella fattispecie il testo del Manzoni.


Prof.sa Sala


Il coraggioso Don Abbondio


Don Abbondio se ne tornava un giorno trotterellando a casa pregando con il libretto aperto a metà, quando all’improvviso vide due bravi, uno a cavalcioni d’un muretto e un altro appoggiato allo stesso muretto.
Chi stavano aspettando? Fu tentato di avvicinarsi per chiederlo ma subito: “ Signor Curato!”.
Il curato rispose: “ Cosa vuole da me?”
“Lei ha intenzione,” proseguì l’altro bravo, sceso dal muretto: “ di sposare Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, dico bene?” Don Abbondio rispose: “ Sì, dice bene, dice benissimo. Ma qual è il punto? Cosa sta cercando di dirmi?” “Questo matrimonio non s’ha da fare. Né domani né dopodomani né mai!” Don Abbondio, che era impegnato a controllare che le formiche del vicino formicaio stessero lavorando per bene, al mai sobbalzò. Poi si spazientì: “Signori miei, non è educato  gridare in tal modo, e inoltre qui mi si sta imponendo di andare contro gli ideali cattolici che mi formarono tempo fa!”
I bravi, stufi di usare le “buone maniere” dissero: “ Lei, dico, lei sta giocando con il fuoco: il nostro padrone Don Rodrigo non sopporta coloro che vanno contro i suoi desideri. E’ meglio che non rifiuti poiché le sue parole potrebbero ritorcersi contro lei stesso.”
Don Abbondio, stanco di questi spagnoli pigroni, nullafacenti e prepotenti, e di parlare con quei due illetterati maleducati, rozzi e puzzolenti disse: “ Lor signori  ascoltino: io ho il dovere di unire coppie di qualunque età, è ciò che il mio mestiere mi impone, e inoltre ho una Perpetua svampita che mi aspetta a casa, ho fame e mi dolgono i piedi, quindi permesso e arrivederci e tante buone cose.” Detto ciò era già alle spalle dei bravi che lo guardavano esterrefatti, un po’ perché avevano capito poco o nulla  e un po’ perché di quel poco che avevano capito la risposta era negativa. Sconsolati si avviarono dal loro padrone, dove la meritata punizione li attendeva.


Un ragazzo di 3C

mercoledì 9 dicembre 2009

Mitologia classica

Questi sono due esempi di come i ragazzi di prima media  B e C ,dopo aver letto ed analizzato alcune storie di miti, si sono impegnati nella stesura di un testo mitologico.
Quindi se volete conoscere chi ha inventato l’orologio o il perché le giraffe hanno il collo lungo, leggete queste storie…..


Prof.sa Piazza


“LA NASCITA DEGLI OROLOGI”


Figlio degli dei del tempo Ptor ed eris, Hamber era il re dei cieli. Aveva lunghi capelli blu, grandi occhi luminosi e le orecchie appuntite.
Il suo regno si estendeva su tutte le nuvole dei cieli. Governava con immensa saggezza ed era benvoluto da tutti gli altri dei.
Oltre ad essere molto forte, Hamber era anche dotato di poteri magici: egli poteva fermare il tempo e viaggiarci attraverso per raggiungere ere passate o future.
In principio non esistevano strumenti per misurare il tempo, sino a quando gli dei diedero ad Hamber l’incarico di trovare uno strumento per poterlo fare.
Hamber però non sapeva come svolgere il compito che gli era stato assegnato e soprattutto non sapeva dove cercare.
Allora si mise a passeggiare fra le nuvole, immerso nelle sue riflessioni. Ad un certo punto vide sotto di lui uno stagno prosciugato con un ramo conficcato al centro. Il sole lo illuminava ed il ramo proiettava la sua ombra sul terreno. Ad Hamber venne un’idea e scese velocemente dal cielo: questa fu la scoperta della meridiana.
Hamber pensava di aver esaudito il desiderio degli dei, quando si accorse che la meridiana funzionava solo in presenza del sole.
Allora ritornò sulle nuvole a caccia di idee. Ad un certo punto vide sotto di sé la sabbia del deserto e decise di costruire una clessidra: il desiderio degli dei era stato ormai esaudito ma Hamber non era del tutto soddisfatto.
Ritornò ancora a passeggiare fra le nuvole in cerca di idee. Guardando sotto di lui vide una foresta ed in uno spazio dove non crescevano alberi, vide due tronchi a terra. Incuriosito, scese a terra e con una magia li rimpicciolì, poi si sedette su una pietra a meditare.
Successivamente si rese conto che i due tronchi formavano un angolo retto e nella sua mente balenò l’idea di creare un grosso cerchio, con dentro i due rami, uno più grande a l’altro più piccolo e attorno i numeri da uno sino a dodici, per rappresentare le ore.
L’idea venne accolta dagli dei e tutti aiutarono nella realizzazione dell’orologio. Come premio, il primo orologio fu dato ad Hamber che grazie ai suoi poteri lo condusse fino a noi.
  
SENZA AMICIZIA NON SI PUO’ STARE


Un giorno nella foresta Hakmikak in Africa , due ippopotamini stavano giocando sulla riva del fiume Creta ,sotto l’ombra di un grandissimo e vecchissimo albero pieno di stupendi bianchissimi fiori.
I due ippopotamini si chiamavano Caco e Mela , loro erano buoni amici e si conoscevano fin dalla nascita . Caco si arrampicò sull’albero e vide un peluche di uno strano animale , quando scese dall’ albero lo fece vedere a Mela , insieme gli diedero il nome  Giraffa ( dall’ippopotamesco SCOPERTA).
Giocarono tutto il pomeriggio con la Giraffa , ma alla fine del giorno si pose un dilemma : chi se lo doveva portare a casa ?I due cominciarono a litigare tirando il peluche per i piedi e per la testa in quel modo il collo della Giraffa si allungò moltissimo. Dopo un po’ Caco si stancò e lasciò la Giraffa a Mela, che se la portò a casa tutta soddisfatta. Caco era molto arrabbiato con Mela perché Giraffa l’aveva trovata lui ed era sua, e per tale motivo non voleva più vedere Mela. Mela adorava la Giraffa , ma dopo un po’ si stancò di lei perché non poteva né muoversi né parlare , così decise di partire per andare dallo stregone Campidarada , che viveva nel bel mezzo della foresta oscura ! Mela partì, camminò tutto il giorno e per la notte si fermò a dormire sotto un albero. La mattina dopo quando Mela si svegliò le tracce del sentiero erano in parte cancellate e quindi era più facile perdersi , ma Mela non ci badò e continuò il suo percorso. Dopo tre giorni di cammino , trovò l’antro dello stregone Campidarada e gli chiese di dare vita al suo peluche , Campidarada fece quello che gli era stato chiesto , ma dopo aver dato la vita alla giraffa , Mela gli chiese di duplicarla per darne una a Caco , Campidarada fece quello che gli era stato chiesto , Mela lo ringraziò e ritornò a casa. Caco fece pace con Mela e lei capì che senza amicizia non si può stare . Ed è da quel tempo che le Giraffe hanno il collo lungo.   

Lavori di tecnologia...

..., nello specifico disegni tecnici, che potrebbero benissimo essere di fine prima, inizio seconda superiore.
Questo il parere della Prof.sa Cavaletti in merito a questa "Proiezione ortogonale di un gruppo di solidi composti da un parallelepipedo e un prisma pentagonale" realizzato da un allievo di 3A.

martedì 8 dicembre 2009

Uscita didattica a Vigevano delle classi seconde di mercoledì 9 dicembre


Su richiesta della Prof.sa Mariotti pubblico il "lavoro" che i ragazzi delle classi seconde dovranno svolgere durante la visita alla città di Vigevano.






Vigevano: Piazza Ducale e i suoi segreti

Tutto ciò che ora devi fare è aguzzare la vista e osservare con molta attenzione.

1) Sei in piazza Ducale. Schizza una piantina e riporta gli edifici che si affacciano sulla piazza.
2) Osservando tutti gli edifici presenti, ti sarai accorto che ce n’è uno diverso. Quali sono le particolarità che lo rendono differente da tutti gli altri? Prova a guardare attentamente.
3) Ti trovi ora sotto un arco affrescato. Descrivi con precisione ciò che vedi.
Secondo te perché questo simbolo si trova proprio qui?
4) Sopra i portici che corrono attorno alla piazza noterai una serie di affreschi che riempiono di colori il nostro sguardo. Ci sono dei medaglioni che raffigurano personaggi importanti della famiglia Sforza, ma non solo. Riporta qui sotto qualche nome, o qualche frase, che riesci a leggere.
      5) Il tuo sguardo ora deve spostarsi verso l’alto, sui tetti delle case. Che cosa noti?  Prova a contarli tutti. Hanno tutti la stessa forma? Perché, secondo te, ce ne sono così tanti? Hanno qualche valore simbolico? Osservali con attenzione e forse la risposta la trovi tu da solo!
      6) Ora i tuoi occhi devono guardare in giù, verso il pavimento. Anche il ciotolato della piazza nasconde delle figure importanti. Quali? Descrivi qui sotto cosa scopri.
     7) Ci sono due torri che dominano la piazza, la torre __________________ e  la torre _____________________, ma una è decisamente più imponente dell’altra. Quale? Secondo te perché proprio quella torre è più bella, più imponente, più maestosa? Se fossimo stati nel Medioevo, avremmo visto la stessa cosa? Motiva la tua risposta.

mercoledì 2 dicembre 2009

Sondaggio per tutti: le prime risposte




Il sondaggio chiedeva: quali aspetti rendono il tuo hobby per te speciale e insostituibile? Quali conoscenze e abilità ti ha dischiuso? Di che cosa si tratta?


Ecco alcune risposte


"Il mio hobby che pratico almeno quattro volte alla settimana è la pallacanestro, reso anche speciale per me dalle amicizie che sono riuscito ad instaurare durante questi cinque anni, sia con i miei compagni di squadra che con il mio allenatore"


Un allievo





"A proposito di passatempi, un’attività che amo e che trovo molto creativa è la cucina. Davanti ai fornelli si può creare, si può assistere a trasformazioni che hanno qualcosa di magico, quando dai singoli ingredienti nasce qualcosa che è molto più della semplice somma delle parti.
Mi piace la completezza sensoriale della cucina: tutti i cinque sensi sono coinvolti, e ciò che arriva a noi è una perfetta sintesi fra i colori, le forme, gli odori e i sapori che si sono mescolati nella pentola e raggiungono infine il nostro piatto, accompagnati da una colonna sonora di sughi che borbottano, soffritti che crepitano, crosticine che scrocchiano, bollicine che spumeggiano...
E il tatto? Chi obietta che non c’entra nulla dovrebbe provare a fare il pane, o la pizza, o la pasta!
La scorsa settimana, in un bel pomeriggio d’autunno, mi sono dedicata alla preparazione di un tipico piatto autunnale della tradizione brianzola: la cassoeula. E mentre rimestavo carne e verze nel pentolone, un po’ per gioco e un po’ sotto l’effetto degli effluvi suini che inondavano la casa, mi sono divertita a scrivere un’ode a questo piatto, la cui ricetta originale ho ereditato dalla nonna contadina.
Buon appetito..."


Sinestesie d’autunno



Scricchiola la verza fra le mani
picchietta il coltello sul tagliere,
un’onda di coriandoli colorati si riversa nell’olio bollente:
ed è subito soffritto.


Scivola la costina
Affonda il suo legno il cucchiaio nel rosso intreccio di carne e ossa
Galleggia la cotenna
Sobbolle il salamino
Evapora l’alcool nel matrimonio antico
di sugna e tannino
celebrato col sigillo dei chiodi di garofano.


Animale e Vegetale si incontrano nell’allegro lurido carosello del pentolone
E le parti diventano tutto, e ci raccontano l’antica storia
di gelate mattutine,
polente sul fuoco
e mezzadri che per sé tengono solo gli scarti
del sacrificio suino.


BUON AUTUNNO A TUTTI


Prof.sa Ferrario


Fiabe di Natale 2: ecco i primi "finali" alternativi

Di seguito alcuni finali della fiaba  "Nevina e Fiordaprile"  elaborati dai ragazzi di 1A.
(per riprendere il testo della fiaba cliccare qui)


Prof.sa Ortolani 


Finale1
....Allora Fiordaprile porto’ il corpo di Nerina fino al confine con il regno di Gennaio.
Quando Gennaio vide arrivare il corpo esanime e incosciente di sua figlia scatenò la sua ira contro gli abitanti del regno di Fiordaprile: sommerse di neve le coltivazioni, le piante e gli animali.
Gli abitanti implorarono Fiordaprile di liberarli dalla neve e dal ghiaccio, cosi’ Fiordaprile si reco’ da Gennaio e gli chiese di far sparire la neve e il ghiaccio che devastavano i campi dei suoi sudditi e chiese anche di poter amare liberamente Nerina.
Dapprima Gennaio fu scortese ed arrogante, ma poi, non volendo privare sua figlia del suo amore e capendo le ragioni di Fiordaprile, diede retta al Principe e decise ritirare le sue nevi. 
Decise inoltre che Nerina avrebbe potuto sposare Fiordaprile a patto che gli sposi vivessero sei mesi nel suo regno e sei mesi nel regno della primavera.
Fu così che Gennaio creò i ghiacciai e le nevi perenni, per permettere a Nerina di vivere senza alcun pericolo anche nel regno del marito.
Nerina sposo’ Fiordaprile, il quale alla morte di Gennaio divenne il re del regno del suocero.


Finale2
… Il suo volto prendeva la trasparenza della bolla che sta per dileguare.
Fiordaprile sarebbe stato perso senza la sua Nevina: doveva assolutamente fare qualcosa per salvarla! Allora andò a raccogliere un fiore, tutto variopinto e molto profumato, che nel suo paese era curativo e lo fece annusare a Nevina la quale si risvegliò subito. Fiordaprile era felicissimo!
Decisero di avviarsi verso il regno di Nevina perché lei glielo voleva far vedere.
-  Fiordaprile! Vieni a vedere il mio regno, però mettiti una giacca perché potrebbe fare molto freddo!
I due si incamminarono. Nevina fece fare a Fiordaprile tutto il giro del suo regno e gli fece conoscere Gennaio che era entusiasta di vederlo. Fiordaprile volle sposarla e per questo si affrettarono nel regno di Fiordaprile.
Con l’aiuto degli gnomi e delle fatine colorate, decisero di costruire un bellissimo castello. Era meraviglioso! Da un lato c’erano distese immense di prati verdi e di fiori profumati con un mare limpido e tanti pesci colorati; mentre dall’altro si trovavano montagne ghiacciate e boschi di altissimi pini punteggiati di neve. Inoltre c’era una pista da sci dove Nevina e Fiordaprile potevano scivolare felici.
Nevina chiese alle belle fatine di far scendere una pioggia di fiocchi di neve e un vento freddissimo sul suo letto a baldacchino. Fiordaprile, invece, chiese di far scendere un vento tiepido e il profumo dei fiori del suo tappeto verde.
Nevina e Fiordaprile ebbero due bellissimi figli: un maschietto di nome Febbraio e una femminuccia  che chiamarono Fiore, così vissero felici e contenti per il resto dei loro giorni.


Finale3
Per fortuna appena superato il confine Nevina si svegliò e riprese le forze potè parlare con Fiordaprile. Così decisero di sposarsi e di costruire il loro palazzo esattamente sul confine fra i loro due regni di modo che potessero stare insieme e vivere tranquillamente entrambi.
I cittadini però cominciarono nuovamente a lamentarsi perché non volevano avere nel regno contemporaneamente l’inverno e la primavera, così andarono al palazzo a protestare.
Dopo molte discussioni, per accontentare i sudditi, i due principi furono costretti a dividere di nuovo i regni.
Passarono i mesi ed accadde una cosa molto curiosa: il regno primaverile si stancò di vivere sempre nella stessa stagione e così capitò anche agli abitanti del regno d’inverno che si dicevano annoiati dalla monotonia del paesaggio.
Allora fecero un accordo: inventarono le stagioni e da quel momento in avanti nel regno si susseguirono estate, autunno, inverno e primavera.
Così poterono fare altri sport: in estate si potè nuotare nel mare, d’inverno si potè sciare ed in ogni stagione il paesaggio cambiava aspetto e le cose si trasformavano.
Nevina, con il passare del tempo si abituò ai cambi climatici ed ai diversi colori ed insieme a Fiordaprile  regnò e visse felice e contenta.






martedì 1 dicembre 2009

Matematica e filmati digitali


Da Warcraft a Miyazaki,  colori sfavillanti, personaggi inaspettati, paesaggi mozzafiato sono il frutto di alchimia tra arte, matematica, scienza e tanta cura nei particolari. 
Di questi delicati racconti o intriganti avventure forse la storia più avvincente è il come:
la ricerca nel campo dell’immaginario digitale.
Se volete saperne di più gustatevi questo interessante filmato di circa otto minuti estrapolato da una puntata di Quark.

Prof.sa Sala

Resoconto sulla giornata della "colletta alimentare"

Sabato 28 Novembre molti alunni della scuola, accompagnati da alcuni docenti, hanno partecipato alla giornata della Colletta Alimentare. Vi proponiamo il commento che ha scritto un ragazzo di II C dopo aver partecipato al gesto. E' bello poter accorgersi che quando doniamo qualcosa di nostro agli altri, il tempo ad esempio di una mattina o di un pomeriggio, i primi a sorprendersi contenti e grati siamo proprio noi.


Prof.sa Mariotti


La colletta alimentare: un'esperienza gratificante


Più divertente di quello che può sembrare, la colletta alimentare è un’ esperienza molto gratificante nella quale si dà un aiuto concreto e solidale a coloro che sono meno fortunati di noi. E’una cosa semplice (io ne sono stato partecipe e intendo ripetere questa esperienza ogni volta che se ne presenterà l' occasione) e a chi ne capisce veramente il significato, che va oltre al semplice donare cibo, a chi si immedesima veramente in coloro che sta aiutando e lo fa con il cuore, io dico: grazie, da parte di tutti. La colletta alimentare è un evento a cui TUTTI possono partecipare, indipendentemente dalla politica o dalla religione che si ha.


Non credo ci sia nulla da perdere nell' aiutare il prossimo sottraendo un po’ di tempo alla vita quotidiana magari alzandosi dal letto o smettendo di giocare ai videogiochi per spendere anche solo un paio d' ore facendo qualcosa di utile.


Ma se questa cosa viene fatta con costrizione e senza voglia, allora direi che non si ha compreso fino in fondo il significato di questa giornata che si riassume in una sola parola: solidarietà. Solidarietà non solo figurata ma  concreta, reale,un atto di solidarietà in cui si crede veramente, in cui ci si mette corpo e anima facendo, nel nostro piccolo, tutto il possibile per aiutare gli altri. Non dico di diventare "santi", ma almeno in quelle cose che sono alla nostra portata: impegnamoci. Aiutate e sarete aiutati, rendete felici e sarete felici, gratificate e vi sentirete gratificati... IMPEGNATEVI  in QUALUNQUE cosa e tutto vi sarà restituito.


Concludo dunque questa nota con una richiesta rivolta a tutti: se potete, aiutate.


Un ragazzo di 2C