mercoledì 22 dicembre 2010

A tutti, auguri

La musica del Natale

Ogni sentimento, ogni emozione, ogni avvenimento, ha i propri suoni.
Sono vibrazioni precise, inconfondibili che accompagnano la nostra esistenza determinando la colonna sonora del nostro vivere.
Ultimamente stiamo perdendo la capacità di ascoltare, i “nostri suoni” sono coperti dall’inutilità e sterilità dei rumori che ci ingannano e intrappolano in reti dalle maglie fittissime, con mille lusinghe, seduzioni, incanti, fino a farci perdere il senso vero della nostra esistenza.
Ci troviamo ad inseguire, come inconsapevoli abitanti di Hamelin, un pifferaio magico che ci ammalia e conduce in luoghi dalla felicità effimera, dalla serenità apparente che riempiono il nostro quotidiano di inutilità e vanità.
Proviamo a tacere per conquistare il silenzio interiore che ci permetta di distinguere i suoni reali dalla finzione di imbonitori, strilloni giocolieri delle nostre suggestioni.
I veri suoni del Natale sono sovrastati dal tintinnio del danaro, dalle parole adescatrici di chi ci vuole “più buoni se mangiamo il panettone” “unici se beviamo una certa bevanda” “ belli se usiamo una particolare crema”……..
E’ così che perdiamo i suoni del cuore, i tremiti del corpo, i palpiti di chi ci sta accanto, perdiamo la melodia a favore di fronzoli superflui, perdiamo il canto principale, quello che ci aiuta nella ricerca della consapevolezza di essere chiamati a riconoscere nel Bambino di Betlemme il Figlio di Dio.
Che crediamo oppure no, che siamo cristiani oppure no, il Natale è simbolo per eccellenza della bontà d’animo, ma come possiamo sentire il canto d’amore, lieve, soave, delicato quando le nostre orecchie sono bombardate da voci stridule?
Facciamo silenzio, pretendiamo silenzio attorno a noi, ascoltiamo la musica dell’amore, la musica della vita, la musica della fratellanza, per pochi istanti usufruiamo dell’immenso piacere che la condivisione armonica dei suoni genera.

“Vorrei che l'Angelo dentro ognuno di noi prendesse il volo sulla spinta di queste note ribellandosi alla quotidianità che ci fa dimenticare le nostre ali. Più sarà puro e limpido, più volerà in alto. E, dopo aver vagato oltre le nuvole, oltre i pianeti, vicino al sole, sarà bello tornare quaggiù!” (cit.).

ssssssst ascoltiamoci
un sorriso
Lucia Rusconi

venerdì 17 dicembre 2010

Natale




Aspetto il mio turno, rifletto sul significato del termine”attesa”.
Il tempo che trascorre nell'attendere.
Attese emozionanti.
Attese ansiose.
Attese inquiete.
Attese raggianti.
….......
Com'è l'attesa del Santo Natale?
Avvento, cioè arrivo, venuta, attesa trepidante della festa, di tutto ciò che fa da guarnizione all'evento principale: la nascita di Gesù.
Molto spesso attesa dell'inessenziale e non dell'essenza.
Tutti attendono il Natale, credenti e atei, praticanti e non.
Si aspetta con gioia, si festeggia, ci si circonda dei simboli della festa: presepe, albero, ghirlande, decorazioni di ogni genere.
Natale è Natale!!
Non toccate questa festa ai bambini che possono sognare la bontà universale di chi dispensa doni senza chiedere nulla in cambio.
Ma proprio dai bambini e più precisamente da mio figlio Paolo, arrivò una riflessione spietata, ma spaventosamente vera.
Tornavamo dalla scuola materna, le maestre avevano parlato del Natale e invitato i bimbi a portare doni per i poveri.
Mi guardò con gli occhi pieni di domande e dubbi e mi chiese perchè i doni non venivano portati a tutti i bambini in ugual misura e perchè Babbo Natale tra le varie letterine “selezionava” quelle a cui dare risposta, quelle a cui esaudire le richieste.
Credete sia facile dare una risposta sensata, senza interrompere troppo bruscamente e troppo presto la fiaba che ci siamo costruiti e propiniamo ai nostri figli, più per nostra soddisfazione che per loro reale necessità?
Non lo è stato affatto, ma sorrido perchè per contro, successivamente, scoprii che mia figlia Giorgia per ben due anni “finse” di credere a Babbo Natale perchè vedendo lo slancio e l'euforia che io e suo padre dimostravamo, aveva paura, svelandoci la “verità”, di deluderci!
Magie di bimbi.
A Natale, per chi crede, c'è il dono grande della nascita di Gesù e questo dovrebbe riempire i cuori, appagare tutti i desideri.
E' bello festeggiare, scambiarsi doni, manifestare il nostro amore anche materialmente, ma dovremmo cercare di non dimenticare la vera natura di questa festa e in questi giorni di attesa proviamo a regalare qualcosa di noi stessi, qualche sorriso in più, un po' del nostro preziosissimo tempo a chi desidera compagnia, un abbraccio, una carezza.
E' proprio il nostro tempo il regalo più prezioso.
Riempiamo questi giorni di attesa, di momenti speciali, dedicati a chi amiamo, a chi ci è vicino, ne trarremo giovamento e gioia.
Buon Natale a tutti e..........abbracciatevi con gioia.
Un sorriso
Lucia Rusconi

giovedì 16 dicembre 2010

La Natività nell'era digitale

E' un filmato divertente e non irriverente, buona visione.
Un sorriso
Lucia Rusconi
http://www.youtube.com/watch?v=78TpOEEyUb4

giovedì 2 dicembre 2010

Abbracci gratis!

Voglio raccontarvi e condividere un'esperienza voluta e vissuta da me la scorsa settimana.

E' nato tutto da un abbraccio fatto ad un'amica e alla successiva riflessione che, sempre più spesso rifuggiamo il contatto umano fisico, quasi avessimo paura del contagio, dell'influsso negativo che ciò potrebbe avere su di noi, quasi avessimo paura del giudizio degli altri.
Da qui un'idea, forse un po' folle, forse un po' stravagante, ma pur sempre un'idea: regalare abbracci!
Ho pensato di recarmi a Milano, in Piazza Duomo, con un cartello in mano con scritto sopra REGALO ABBRACCI, una provocazione per attirare l'attenzione delle persone che sempre più spesso corrono senza accorgersi neppure di chi gli passa accanto.
Mi sono documentata e ho scoperto che nel 2006, un gruppo di ragazzi aveva dato vita ad un evento simile a quello che stavo mettendo in atto, ma si trattava di ragazzi giovani, con un'età compresa tra i 20 e i 25 anni, età dalla quale io sono ormai molto lontana e quindi con un impatto diverso sulla gente.
Ho chiamato alcune amiche che nonostante le perplessità, hanno risposto positivamente.
Ed è così che mercoledì 24 novembre alle ore 14.00 mi sono trovata sotto l'arco d'ingresso della Galleria di Milano a regalare abbracci ai passanti.
Eravamo in sei, ma per ragioni diverse e motivazioni rispettabilissime, quattro delle mie amiche hanno deciso di assistere, fotografare,ma non essere parte attiva.
Per due ore e trenta circa abbiamo distribuito calore umano a chiunque lo volesse, non soltanto a parole,ma anche attraverso il contatto dell'abbraccio.
Quanto segue è ciò che ho scritto la sera stessa per trasferire sulla carta le emozioni appena provate.
Se ne avete voglia, leggete e magari fatemi sapere cosa ne pensate.












24.11.2010

Giornata di abbracci
Tanto timore ha accompagnato i miei pensieri durante le ore che hanno preceduto la mia giornata di abbracci.
Sulla metropolitana che mi avrebbe condotta in piazza Duomo,mentre la mia amica Carla mi parlava, guardavo le persone cercando di immaginare quale reazione avrebbero avuto se io avessi estratto il mio cartello con scritto “REGALO ABBRACCI”.

Il timore di essere respinta in modo sgarbato.
Il timore di trovarmi in situazioni che avrebbero potuto mettermi a disagio.
Il timore della scortesia.
Il timore.........
Il timore è stato sopraffatto dal desiderio di mettere in pratica ciò che il mio cuore mi aveva suggerito, dal desiderio di manifestare amore e affetto per il prossimo, chiunque fosse.

Siamo spesso completamente “impacchettati”, avvolti, chiusi nella calotta che separa il nostro spazio vitale da quello degli altri, abbiamo paura di espanderci di aprirci, volevo dimostrare che è possibile strappare un sorriso e lasciare nelle menti il tarlo della domanda, del perché e quindi la necessità di una riflessione da fare con se stessi o con chi si conosce.
Un caffè, quattro chiacchiere e il mio progetto poteva prendere forma.

Un cartello con scritto REGALO ABBRACCI in mano e l'avventura poteva iniziare.
Siamo state fortunate, il primo approccio è stato positivo, l'abbraccio accettato con entusiasmo e i timori sono svaniti.
Volti incuriositi di chi si domandava e ci domandava perché?
Volti diffidenti di chi ha paura, che poi ci hanno regalato la fiducia lasciandosi abbracciare e ricambiando l'abbraccio.
Volti diffidenti che invece a testa bassa hanno svicolato.
Volti tristi che forse avrebbero voluto, desiderato un po' di calore, ma con occhi carichi di delusioni, talmente colmi da non potere aggiungere altre possibili fregature.
Volti solari, aperti di chi ci correva incontro a braccia aperte.
Volti altezzosi di chi si sente sopra ogni cosa, sopra ogni sentimento e non può permettersi di modificare neppure un passo del proprio tragitto e ci ha frettolosamente gettato un sorriso freddo, distaccato e di compatimento.
Volti con occhi dolci e malinconici, di chi ha bisogno di quell'abbraccio come consolazione necessaria e inaspettata.
Volti di chi avrebbe voluto abbracciarci, ma non osava e solo dopo due o tre passaggi riusciva, non solo ad abbracciarci,ma anche a chiedercelo.
Volti giovani,sorridenti.
Volti maturi.
Volti sui quali è possibile leggere una vita dura.
Volti con i tratti somatici di etnie diverse.
Volti che resteranno a lungo nel cuore.

Alcune risposte alla domanda - Vuoi un abbraccio? -:
Grazie è un dono meraviglioso ne avevo proprio bisogno.
No grazie
Ma certo!
Che bello
E poi cosa vuole?
Non capisco il senso
Di quale associazione fate parte?
No,perché poi mi rubi il portafogli!!! (solo uno)
Sììì posso avere anche una foto
Ne ho già dati tanti....

Mi soffermerei un momento su quest'ultima risposta.
Sarebbe bello potervi far vedere gli occhi, l'espressione delle persone che hanno dato questa risposta
alle parole “ne ho già dati tanti” lo sguardo aggiungeva “senza ricevere nulla”.
Forse proprio loro erano quelli che avrebbero avuto veramente bisogno di un abbraccio gratuito, disinteressato, ma abbiamo portato sorrisi e rispetto non potevamo essere invadenti.
Posso dire che tornando a casa ho sentito una grande stanchezza fisica, ma un appagamento completo come quando ci si rende consapevolmente conto d'aver fatto qualche cosa di bello, dignitoso solo ed esclusivamente, con le proprie risorse personali.

Un sorriso

Lucia

mercoledì 1 dicembre 2010

Paesaggi

Questo  lavoro è stato svolto dagli alunni di 1C.  Gli studenti dovevano  creare le varie texture di un paessaggio attraverso l'applicazione del segno personale.  
The application of personal mark and gesture that compose various textures of a landscape.  They experimented with their materials as well.  
Prof. Cara Livorio










Sinfonia d'autunno

Il progetto prevedeva la creazione di una composizione costruita con foglie autunnali, usando i colori complementari. 
The project was to create a composition of fall leaves, using only complementary color relationships in the artistic design. 
Prof. Cara Livorio