giovedì 31 marzo 2011

SETTIMANA BIANCA 2011



Nel periodo fra il 27 di febbraio e il 5 di marzo la scuola secondaria di primo grado si è recata a Madesimo, più precisamente ad Alpe Motta per passare una settimana immersi nelle montagne.
Man mano si avvicinava la partenza, l’ emozione saliva e tutti noi non pensavamo ad altro. Finalmente partimmo e, dopo circa due ore di viaggio, arrivammo alla casa alpina dove ci recammo nelle rispettive camere: che confusione! La sera ci coricammo presto per la stanchezza dovuta dal viaggio e per prepararci per la prima giornata di sci.
Durante la mattinata del giorno seguente si svolsero le selezioni per i gruppi di sci e nel pomeriggio ci divertimmo sulle piste.
La sera restammo tutti incollati davanti alla televisione per tifare Milan.
La natura ci offrì il meglio di sé con cielo turchese e montagne imbiancate da soffice neve per tutta la settimana.
I professori si impegnarono a prepararci giochi coinvolgenti per la serata e tutti ci impegnammo per far vincere la nostra squadra.
Nei giorni seguenti istruzione e, soprattutto, divertimento si combinarono insieme regalandoci momenti a dir poco fantastici che rimarranno per sempre nei nostri cuori!

Due alunne di 2^A

lunedì 28 marzo 2011

Vi presento il tema di un'alunna di terza media che doveva immaginare di ritrovare un libro di memorie di un suo antenato che aveva combattuto durante le tre guerre d'indipendenza italiane. Mi sembra interessante proporvelo innanzitutto perché i contenuti sono rielaborati in modo corretto ed originale; in secondo luogo perché questo testo riesce a farci immedesimare bene nel periodo così denso ed importante per la nostra storia..
Prof. Valeria Mariotti

Il libro, molto più somigliante a un quaderno sgualcito e sudicio, stava sul mio comodino da più di una settimana. Mio nonno mi aveva raccomandato di leggerlo attentamente e di conservarlo sempre; diceva che avrei capito con gli anni il perché.
Quella sera, presi il quaderno tra le mani, lo osservai per ben cinque minuti e poi lo aprii.
Aveva un odore di muffa ed era scritto a mano. La calligrafia era tremolante ma leggibile. I miei occhi iniziarono a scorrere sulle parole impresse sulla carta, ormai gialla, da chissà quanti anni.
Narrava di una guerra, più precisamente della prima guerra d’indipendenza italiana. Continuai a leggere.
“Nell’anno di grazia 1848, era iniziata la prima delle tre guerre d’indipendenza con le quali l’ Italia si sarebbe guadagnata l’ unità.”
Ogni parola di quel manoscritto era solenne, quasi fosse stata scolpita nel tempo.
“Della storia si ricordano sempre le date, i nomi dei grandi condottieri, dei re, degli imperatori, tutta gente importante certo, ma mai quanto i semplici soldati che per la patria hanno dato non solo la vita ma anche ogni più piccolo sforzo, ogni misero respiro. Queste memorie narrano, oltre ai fatti accaduti, anche di loro, della vera Italia”.
Era tutto molto interessante, per gli italiani la guerra non era un modo di conquistare territori, ma un gesto di contrapposizione all’ oppressione dei sovrani. La grande guerra dei re fu per il popolo il modo per far valere, almeno per una volta, il diritto alla libertà e all’indipendenza.
“Al ritiro delle truppe da parte del Papa seppi che tutto era andato perso e dentro di me sentivo crescere un odio profondo verso quel vecchio che aveva scritto nella storia la parola fine, ma tutti erano certi che il popolo italiano non si sarebbe arreso”.
Il misterioso scrittore continuava poi la narrazione dei fatti circa gli accordi di Plombiers tra Cavour e la Francia, e la seconda guerra d’ indipendenza.
“Eravamo forti dell’alleanza con i francesi ma mai e poi mai ci saremmo aspettati quella maledetta pace di Zurigo. Ogni parola pronunciata dal nostro comandante di reggimento riguardo le ultime notizie dalla Francia sulla pace di Zurigo era per noi una pugnalata in pieno petto. Eravamo stanchi e affamati ma ancora abbastanza orgogliosi e forti per non provare disperazione. La domanda che leggevo negli occhi dei miei compagni era:”siamo qui per niente?” Ricordo che quel giorno per la prima ed ultima volta, una lacrima mi rigò il volto.”
Pensando alla gente morta sul campo di battaglia, alla disperazione di una donna rimasta vedova, si capisce perché la guerra sia una cosa tanto orribile; allo stesso tempo però è anche romantica e poetica, la nobiltà delle gesta dei soldati, morire per la libertà, combattere per la propria patria, tutto ciò la rende meno terribile.
“ Quando Garibaldi riuscì a conquistare il Sud Italia la popolazione era in subbuglio. Tutti ammiravano le gesta di quell’uomo il cui valore in battaglia era paragonabile a quello del vecchio Napoleone Bonaparte e il cui animo era puro e giusto”.
Con la spedizione dei 1000 l’ Italia conquistò il Sud della penisola ma gli austriaci gettavano ancora ombra sul Nord. L’ alleanza con la Prussia di Bismark e la definitiva sconfitta degli austriaci con la terza guerra d’ indipendenza aveva unificato l’ Italia. Lo scopo del popolo era stato raggiunto.
“Alla fine dell’ultima guerra mi sono sentito semplicemente felice. Ma cosa avrei potuto fare ora? Iniziai a scrivere questo quaderno di memorie, per non dimenticare mai quanti per la patria hanno dato la vita. Per non scordare che la guerra è romantica ma a tutti fa male e soprattutto per non far diventare la nostra storia una semplice successione d’ eventi.”
Sentivo le ultime parole del libro rimbombare nella mia testa, decisi di non voler dimenticare.

                                                                                                                                                                             Un'alunna di 3^ B

sabato 26 marzo 2011

Studenti e insegnanti


Vorrei fare alcune riflessioni sulla risposta di un'alunna, apparsa sull'ultima edizione di VILLOVAGANDO, ad un articolo pubblicato sul n. 3, dal Prof. Kone.
Chiarisco subito un concetto perché non voglio ci siano pregiudizi nella lettura: così come sono convinta che gli adulti non abbiano ragione tout court (scusate il francesismo), nello stesso modo credo non l'abbiano bambini, adolescenti, giovani e vecchi (tutto il genere umano e non sbaglio!).
Leggendo l'articolo del Prof. Kone si intuisce immediatamente il tono scherzoso e umoristico del pezzo, fermo restando il fatto che il Sign. Henry è sicuramente una presenza preziosa nella nostra scuola, visto che risolve problemi pratici e logistici in modo impeccabile, quindi, il mio plauso al Prof. per aver trovato il modo per renderlo evidente, visto e considerato che, mentre il male viene sempre rimarcato e sventolato, il bene è quasi sempre è scontato.
La risposta della nostra alunna di 3^ però è tutt'altro che ironica!!!
...Sfortunatamente il nostro caro Prof. Kone non è proprio un buon samaritano e infatti si vede dal modo in cui ha rigirato un articolo, con l'idea base molto buona, in un insulto per noi patetici studenti......”
Beh che dire.
Il termine insulto ha un accezione precisa e ne riporto il significato, non secondo la mia opinione, ma dal vocabolario: “Un insulto è un'espressione, asserzione o comportamento considerato degradante, che mortifica l'animo, che arreca umiliazione.”
Tutto ciò non mi sembra ravvisabile nel famigerato articolo.
Proseguiamo.
......sono una persona molto orgogliosa e non lascerò passare.....una cosa del genere”
Essere orgogliosi è un atteggiamento positivo, è soddisfazione, è essere fieri di qualche cosa o di qualcuno, in questo caso avrei usato il termine”permalosa” cioè persona che si adombra e che sospetta cattiveria dietro a gesti o parole.
Chiedo scusa per queste puntualizzazioni, ma sono una promotrice della lingua italiana perché è ricca di vocaboli in grado di definire alla perfezione anche le più sottili sfumature e quindi, quando posso e quando ne sono capace, cerco di usare quelli che più si avvicinano al mio pensiero.
Io credo che gli adulti vadano rispettati perché sono più grandi....”
Carissima, gli adulti, non vanno rispettati perché sono più grandi o perché magari hanno più esperienze (toglierei il magari).
Gli adulti, come i bambini, gli adolescenti, i giovani e i vecchi vanno rispettati per ciò che sono e questo non ha nulla a che vedere con l'età, la professione, la razza, il ceto sociale; il rispetto lo dobbiamo indistintamente a chiunque.
La stima, quella, la si nutre nei confronti delle persone (indipendentemente dall'età) che vivono la propria vita con coerenza, onestà, lealtà e integrità, ma è cosa diversa dal rispetto.
Tutti sbagliamo, tutti abbiamo bisogno di crescere (il noi ti fa capire che mi sono inserita anch'io).
Nel momento in cui non avrò più nulla da imparare, la mia vita sarà finita e francamente spero ciò avvenga il più tardi possibile.
L'esempio che hai fatto è perfetto e sarebbe tuo diritto,anzi, è tuo diritto, puntare il dito quando gli insegnanti non rispettano le regole.
Però, se per riconsegnare le verifiche sono previste due settimane, ti assicuro che un motivo c'è!
Se dopo due settimane, senza un ragionevole motivo, un insegnante non riconsegna le verifiche, allora è lecito lamentarsi.
Ricorda che esistono anche per noi i ragionevoli motivi, anche noi ci ammaliamo, facciamo visite mediche ecc.
A questo proposito, voi avete la possibilità di rimandare la consegna di un compito o un'interrogazione, quando i vostri genitori vi giustificano e tu sai che questo avviene spesso!
Ora veniamo ai motivi che porti a giustificazione del fatto che questa storia tra “......prof. VS alunno e alunni VS prof. la ripetiamo spesso, ma nulla è cambiato....”
Cito:
Forse un giorno......varcheremo la soglia ed entreremo nel mondo degli adulti...”
Il forse è da togliere perché tutti percorriamo la strada della vita, passando dalle diverse tappe,e ad ogni tappa ci sono “oneri e onori”, diversi solo perché diverse sono le età, ma le responsabilità restano, per quanto proporzionate.
Io non ho mai dimenticato la mia adolescenza, la mia ribellione alle regole, il mio desiderio di trasgressione, il desiderio di amare.
Non pensate di avere l'esclusiva sui problemi.
Adesso però, so che se non ci fossero stati degli scocciatori, importuni, guastafeste a mettermi dei paletti, a darmi delle regole e a dirmi dei no, ora probabilmente sarei uno dei tanti Peter Pan che vivono sull'isola che non c'è e che per nostra sfortuna talvolta ci capita di trovare sul nostro cammino.
....Forse il vero motivo di queste incomprensioni è che i cari e tanto amati adulti rimpiangono i giorni in cui erano proprio come noi, rimpiangono il vivere momenti come quelli che stiamo vivendo ora noi!”
Qui ti sbagli!
Non ci sono rimpianti, ne avrei se non avessi vissuto la mia adolescenza, la mia vita.
Ti assicuro che anche adesso è fatta, sia di momenti difficili che di momenti di piena soddisfazione e gratificazione. Le occasioni migliori, a scuola, le riscontro quando riesco a far capire, ad un ragazzo che si affaccia alla vita senza capricci e ripicche, che il mondo non gira solo attorno al suo ombelico!!!
Ti domanderai perchè mi prendo la briga di risponderti visto che non ti sei rivolta a me personalmente, lo faccio perché ho letto un rimprovero nei confronti degli insegnanti in generale, come se l'articolo fosse stato il pretesto per dire ciò che pensi indipendentemente dalla persona alla quale ti sei rivolta.
Termino affermando che è giusto voi prendiate tutte le cose molto seriamente, che è normale sentirsi salvatori del mondo e paladini della giustizia alla vostra età, ma diamine un po' di elasticità e autoironia non guastano.
Un sorriso
Lucia (Rusconi)

mercoledì 23 marzo 2011

La città  fantastica: elaborati eseguiti dai ragazzi di 1^C, utilizzando la linea retta.
Prof. Cara Livorio














La simmetria del volto: autoritratto. 3^C
Prof. Cara Livorio














venerdì 18 marzo 2011

Innamoramento

Due alunni di terza hanno affrontato il tema dell'innamoramento con un testo argomentativo e una pagina di diario.
Buona lettura
Prof. Daniela Piazza


Ebbene sì, mi sembra di condividere perfettamente queste affermazioni.
Infatti da bambini le persone dell'altro sesso sono reputate solo e solamente come compagni di gioco e molte volte possono apparire antipatiche e dispettose.
Queste sensazioni, il più delle volte, spariscono nell'età adolescenziale dove una ragazza può diventare indispensabile non solo dal  punto di vista sentimentale ma anche da quello affettivo perchè si può trasformare in una persona fondamentale per noi, tanto che molte volte non riusciamo più a farne a meno.
Questi sentimenti il più delle volte sbocciano da un rapporto di amicizia e diventano amore.
Ciò può avvenire in modo del tutto casuale e solo dopo infatti una persona riesce a rendersi conto che ha assunto una "sostanza" di cui non può più privarsi.
Questi infatti sono i  primi sintomi anche del più sciocco e stupido innamoramento.
Interagire ( da parte del sesso maschile naturalmente ) con queste persone dai lunghi capelli e senza barba è abbastanza complicato, sopratutto nella fase iniziale, forse questa è una questione di abitudine dato che non parliamo con una ragazza così frequentemente come lo facciamo con un amico ma iniziamo a farlo solo da ora.
Se ci capita di provare attrazione per una persona di sesso opposto credo che la cosa più giusta da fare non sia tenersi tutto "dentro" ma confessarlo ad una persona a noi cara che può essere sia un nostro coetaneo ma anche un adulto.
Infatti parlarne con un adulto potrebbe essere utile perchè, avendo avuto già alcune esperienze, saprà darci dei buoni consigli magari anche migliori di quelli dei nostri amici; ma credo che l' importante (come ho già detto) sia confidarsi con qualcuno di importante per noi.
La cosa più brutta dell' amore per me è il rifiuto da parte della persona da noi amata, ovvero se il suo cuore
è già occupato da un'altra persona; e forse è proprio questo che ci frena nel momento in cui vogliamo riferirglielo.
L' amore molte volte è comprensibile nei volti e negli atteggiamenti di una persona che può avere dei comportamenti differenti: o cerca di attirare l' attenzione dell'interessato mostrandosi disponibile o si mostra totalmente indifferente cercando di evitarlo per non farsi scoprire.
Tutto questo però dipende dal carattere.
Concludendo credo che avrei potuto articolare questo testo argomentativo in mille modi differenti, siccome l'amore ha mille facce, ognuna diversa dall'altra.
Questa parola (amore) ha infatti tantissimi significati; forse a dimostrarlo stanno proprio le lettere che la compongono,in effetti l'amore è come un amo che quando si incastra nella bocca del pesce è difficile da togliere ma quando lo si fa il pesce sente ancora più dolore, ma è anche come la sua ultima sillaba "re" che è una nota dolce come lo sono due innamorati!!!!!!!!

Un alunno di 3^A






Monza, 22-02-11
Caro diario,
fingevo di prestare attenzione alla noiosa lezione di matematica, mancavano pochi minuti al suono della campanella e io naturalmente pensavo a lui … Pensavo al suo sorriso, pensavo ai suoi occhi, pensavo al modo in cui si scosta i capelli … Adoravo pensarlo e adoravo ancora di più pensare di pensarlo. Se qualcuno mi avesse chiesto l’ultima antipaticissima formula per calcolare l’area o qualcosa simile all’area di un prisma forse avrei fatto scena muta, ma se qualcuno mi avesse chiesto qualcosa, qualsiasi cosa su di lui, bhe… avrei potuto scrivere un’enciclopedia o creare una pagina di wikipedia sul suo modo di vestire, sui suoi hobby, sulle sue passioni e perfino la sua meravigliosa camminata … Ecco, che finalmente suonò la campanella, tutti uscimmo dalla classe … il corridoio è davvero un caos agli intervalli, brulica di ragazzi. Che frenesia!! Mi piacevano gli intervalli, perché erano gli unici momenti in cui potevo osservarlo davvero bene … Mi sedetti accanto agli armadietti sperando di essere notata da lui … Lo guardavo e poi … anche lui mi guardò!! Non ci potevo credere, mi aveva notata!! Mi accorsi che si stava dirigendo verso di me, ero l’ unica nella zona armadietti, non si poteva dirigere da nessun’ altro, si sedette accanto a me, il mio cuore sembrava una mitragliatrice, non esistevano più tutti quei frenetici ragazzi che correvano di qua e di là dal corridoio, esistevamo solo io e lui. Mi salutò, sentivo le campane suonare nella mia testa dall’emozione, lo salutai anch’io, poi lui mi chiese se ero libera quello stesso pomeriggio per prendere un gelato, cercai di non fare troppo capire che ero al massimo dell’euforia e, con aria d’indifferenza risposi di sì, che mi sarebbe piaciuto … Non ci potevo credere, lui, la persona protagonista dei miei pensieri mi aveva appena invitata a prendere un gelato. Adoravo il gelato e adoravo lui!! Dimenticai tutto, tutti i miei problemi, ero veramente … non riesco a trovare un aggettivo che possa spiegare al meglio la mia euforia, ecco, forse ho trovato, mi sentivo realizzata come quando l’espressione di matematica che all’inizio sembra totalmente impossibile riesce!! Naturalmente, non ascoltai neanche una singola parola delle spiegazioni dei prof. Nelle ore successive, ero troppo impegnata a pensare al gelato di quel pomeriggio!! Grazie al cielo l’inaspettato momento arrivò in fretta, lo aspettai in fondo al corridoio, lui uscì per ultimo, il corridoio deserto sembrava più bello, era più pacifico … Ci salutammo e io ancora non ci potevo credere!! Insieme ci incamminammo verso il parco dove c’era il gelataio migliore della città!! Parlammo dei nostri interessi e hobby, naturalmente io conoscevo tutto ma finsi di ascoltare con stupore!! La sua voce matura entrava dalle orecchie, sì, questo è certo, ma poi si infondeva nel mio cuore!! Con lui era tutto più armonioso, più colorato!! Le cose che prima mi sembravano grigie, cupe, senza un senso, ora mi sembravano più vive, più vere!! In quella giornata di sole, il parco era davvero stupendo, prendemmo 2 coni da 3 gusti l’uno, io lo presi al cioccolato (come può non esserci!!), alla fragola e alla crema (mi addolcisce), lui invece lo prese al limone, alla stracciatella e al puffo!! Era un gelataio molto fornito!! Mentre ci gustavamo il nostro delizioso sfizio ci accomodammo su una panchina di pietra. Il canto degli uccellini, la danza delle farfalle e la luce filtrata dai rami rasserenavano l’anima!! Lo guardai e lui mi sorrise, fu un attimo speciale, che conserverò per sempre!! Solo la stessa mattina, poche ore prima, credevo che se mi avesse parlato sarebbe stato un miracolo, si stava avverando un sogno!! Il suo sorriso mi fece sentire davvero bene!! La panchina su cui eravamo seduti era circondata da una manto di margherite … Era perfetto, tutto quanto!! Per terra c’era anche una peonia caduta dall’albero, lui la prese e me la mise sui capelli, sentivo il profumo che emanava, meravigliosamente fantastico, contribuiva a rendere tutto ciò ancora più magico!! Io sapevo che c’era un pizzico di magia!! Mi sentivo felice, davvero felice!! Ci incamminammo verso casa mia … Nel cielo mi pareva di notare una nuvola a forma di cuore, o dall’euforia stavo avendo qualche allucinazione o … anche l’unica nuvola presente nel cielo aveva deciso di aiutarmi!! Sull’uscio di casa mia lo abbracciai, ci salutammo e lui mi sorrise, avevo appena vissuto una vera e propria favola!! Chiusi la porta, chiusi le palpebre … cominciai a ridere!! Non mi sembrava vero!! Non avevo più bisogno di sognare, il mio sogno si era appena avverato!!
                                                                                              P.S. = Yhupphyy!!
Un'alunna di 3^A



giovedì 17 marzo 2011

Ciò che unisce è bene

Nel rispetto della ricorrenza dell'Unità d'Italia, sorrido a chi mi passa accanto, cerco di trovare l'unione nel cuore, con chi mi è vicino, con chi vive alla porta accanto a me, con tutti quelli che abitano la nostra stessa grande casa, la terra.
Un abbraccio
Lucia Rusconi

martedì 15 marzo 2011

Alla scoperta dei nostri tesori

Mercoledì 2 Marzo un gruppo di ragazzi di 2^ e 3^ secondaria di primo grado, si è recato in città, alla scoperta dei tesori artistici che appartengono al territorio che ci ospita.
E' stata una mattinata molto interessante durante la quale i ragazzi presenti, si sono dimostrati attenti, educati, simpatici sempre nel rispetto delle regole. Alcuni si sono cimentati  "nell'arte" della fotografia, diciamo che c'è ancora molta strada da fare, ma alcune inquadrature sono interessanti, quindi.............buona visone.
Un sorriso Lucia Rusconi